Venti di guerra.. venti di terrore

Parlare di guerra senza essere retorici non è facile. Di fatto siamo un popolo che di guerra ne ha sentito parlare, ma nelle generazioni attuali, nessuno la ha mai vissuta sulla propria pelle.
Ieri riflettevo che siamo stati destabilizzati da 40 gg di lock down come se fosse il peggiore dei mali, e invece, se ci pensiamo bene, eravamo impegnati a lavorare davanti ad un pc, a guardare serie tv e film, nel caldo tepore delle nostre case. In totale serenità. In totale sicurezza.


Invece questo popolo dalla bandiera giallo azzurra, che si stava costruendo un futuro libero e sereno, popolo di lavoratori e di gente sana e concreta, si è svegliato di colpo nel peggiore degli incubi. Non poter trovare in nessun luogo sicurezza. Aver paura ovunque. Non avere mai pace da uno stato di terrore diffuso, senza mai avere la certezza che non ti cada in testa il rifugio o la casa. Veder distrutto il futuro tuo e dei figli. E guardandoti intorno rendersi conto che, giorno dopo giorno, l’offensiva diventa sempre peggiore, senza risparmiare niente e nessuno, asili, ospedali, case civili. Nessuna pietà nel perseguire l’obiettivo di dominio e folle espansione di un pazzo novello Hitler. Dominatore di menti e senza limiti di nessun genere.


E penso anche ai russi che non lo condividono. Alle migliaia di brave persone che già si trovano sotto il suo tacco spietato. A quelli che hanno una mente sana, che prescinde dal passaporto, ma che appartiene semplicemente al genere umano normale. A quello che ha umanità.
È facile puntare il dito contro una bandiera: non facciamo l’errore di fare confusione tra la pazzia di un singolo e l’onore di un popolo. Russo non vuol dire invasore. Putin è un pazzo. Il suo popolo no.


So solo che quando vedo gli occhi della gente sul posto, vedo un terrore cosi evidente trasparire dai loro sguardi che mi sento profondamente impaurita.
Noi non sappiamo cosa sia davvero la guerra. Non sappiamo cosa sia la paura vera. E, personalmente, mi ribellero’ sempre a queste situazioni in cui una persona decide che la vita degli altri vale meno della sua.
Con chirurgica precisione questo dissennato ha preparato una guerra da 8 anni in qua. Ha tenuto botta alla pandemia, lasciando i confini aperti, fingendo che non esistesse, non indebolendo le risorse economiche interne. E lasciando invece che, in tutto il mondo, le economiche arrivassero vicine al collasso per la pandemia. E proprio nel momento in cui si poteva rialzare la testa, ha colpito. Spietato e con lucidità orrenda.


Stiamo tutti guardando quasi con la coda dell’occhio a questo eccidio. Forse per paura di guardarla direttamente…
Perché questa storia fa paura. Tanta. Perché rischiamo che la pandemia sia una passeggiata di salute davanti a quello che potrebbe succedere a tutto il mondo che avevamo…e che rischiamo di veder sparire nel fumo di una bomba…
E parlando di profughi? Apriamo le porte a chi oggi lascia le case la propria vita per un futuro di libertà. In questi casi il mondo deve appartenere a tutti. Ad ogni essere umano che, in nome della libertà, deve fuggire da ogni repressione generata dalla follia. Ieri sono morti sotto ai missili 16 bambini. E io scapperei via come coloro che arrivano ai confini.

Apriamo la mente. Tutti. In questi casi si deve ricordare che l’umanità non può ne deve avere un passaporto. Ma un solo dovere: sostegno alla libertà ed alla dignità di chiunque.
Io sto con l’essere umano. E mi ribellaro’ sempre alla dittatura. Qualunque essa sia.

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