Corridoi e superficialità…

Corridoi come unica chance
Per chi non ha mai avuto la difficoltà di interfacciarsi con la burocrazia dei Gabinetti Ministeriali, e nello specifico quella del Ministero della Salute, io capisco che è veramente facile parlare e dare giudizi.
Così a cuor leggero mi piacerebbe molto scendere in strada e gridare al mondo “via libera, gente, si viaggia” … eccome se mi piacerebbe…
Ma purtroppo, quello sarebbe un Paese normale. Europeista anche quando i criteri europei non piacciono ad un Ministro. Speranza nello specifico.


Invece siamo in Italia, mia terra amata follemente, dove però succede che un Ministro che ha la gestione della Salute, soffre probabilmente di ipocondria e timori da responsabilità. E, con una trasparenza quasi imbarazzante, applica la regola della paura nazionale. Ha paura. E pertanto in Italia non si viaggia. Né lui né ahime gli altri. Poco importa che il turismo agonizzi. Poco importa che nessuno si preoccupi di 11.800 imprese che di questo vivono e che lo stesso Governo ci guardi con aria distaccata e vagamente dispiaciuta. Ma tergiversando serenamente sui ns destini sempre più complicati.
Tutti parlano, spesso a sproposito, di corridoi turistici. C’è chi li deride, chi li considera anacronistici, chi addirittura ne strumentalizza la creazione per attaccare chi gli sta antipatico. E, in tutto questo, il trade sta a guardare. Nel mio caso personale, guardo onestamente allibita da questi giudizi no-sense.
Perché è palese che i corridoi siano anacronistici.

Lo erano da prima che fossero creati. Già solo nell’accezione letterale costrittiva del loro nome: come si può chiudere il mondo in qualche “corridoio”? Fa male solo pensarlo…
Ma prima di parlare, un consiglio: pensate. Pensate con attenzione.
Perché se 6 Presidenti di Associazioni del Turismo hanno dovuto accettare queste condizioni, non vi viene magari in mente che alternative non ce ne fossero? Non vi viene in mente che pur di scaldare il motore delle imprese di settore, abbiamo dovuto trovare gioco forza la strada di far digerire almeno qualche apertura a chi, di suo, ci avrebbe serenamente lasciato chiusi fino ad oggi ed anche oltre?
Chi può veramente credere che qualcuno lo abbia fatto per mero interesse singolare?
I charteristi? Siete sicuri? Fate questo lavoro da sufficiente tempo per dire con ragionevole certezza che qualcuno possa guadagnare da questa situazione?


Bhe allora fatelo meglio questo lavoro. Perché io a quei tavoli non solo c’ero ma sono stata tra i primi a volerli. Perché riflettendo (ma poco poco già basterebbe) so che mettere in campo spazi aerei per voli che spessono partono semi vuoti è un peso. Enorme. Ma che si fa per provare a rilanciare, a ripartire. A vivere.
Chi fa linea ugualmente se osa il vuoto pieno.
I corridoi sono anacronistici? Si. Senza dubbio. E solo un superficiale può pensare che, chi come me li ha voluti, non lo pensi.
Perché è stata l’unica possibilità.
Perché avevamo e abbiamo bisogno di merce sui banchi.
E perché possiamo continuare a chiedere e combattere che si aboliscano e si riapra il mondo. E, tanto per spiegare a chi non capisce, quei numeri stanno aiutando il Ministro a capire che viaggiare è meno pericoloso che andare al supermercato.
E, per quei corridoi che vi sembrano tanto limitanti, si sta velocizzando il ritorno alle aperture ed alla normalità.
Quindi… usiamo la testa e la mente, proviamo a pensare prima di giudicare… magari un sostegno a chi sono due anni che ha a che fare con i muri di gomma è più produttivo di quattro giudizi troppo leggeri….

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