i 400 giorni che hanno cambiato la ns vita

Come ritrovarsi in guerra senza sapere perché…

Oggi mi guardo alle spalle e vedo un percorso incredibile, che in questi tempi di totale follia mi ha messo veramente in una condizione che, in nessun caso, nemmeno con tutta la fantasia del mondo avrei mai potuto immaginare di fare. Ma, in tutta onestà, questo percorso che, per dirla come la direbbe un mio amico di settore, è stato quello di un salmone impazzito. Tutto in salita, tutto controcorrente. Ma tutto tremendamente emozionante.

Non voglio ripercorrere la storia, quella la sapete tutti.. anche perché gran parte la abbiamo scritta insieme. Ma mi chiedete sempre, in ogni incontro, la stessa cosa: come hai fatto? Chi ti ha dato la forza? E allora, a furia di sentirmelo dire, ho pensato anche io alla risposta giusta. Perché questa domanda, sembra strano, ma non me la sono mai fatta. Io so solo che, davanti alla paura di perdere quel lavoro che mi da emozione e fantasia, pochi soldi e tanta allegria, mi sono sentita persa. E ho iniziato a cercare nelle mie tasche emotive, tutto quello che potevo mettere in campo per combattere questo rischio. A volte tirando anche fuori a caso emozioni e sensazioni, fuori luogo, fuori tempo, esagerando….. Ma sfido chiunque a non fare lo stesso quando si ha paura. E io avevo una fottuta paura. Di quelle che gelano il sangue, di quelle che non ti fanno dormire….

Nella vita si possono fare tanti percorsi. E in tutta onestà, quando hai studiato ed hai avuto grandi opportunità, se ne possono fare anche di molto remunerativi e prestigiosi… Io ho avuto questo onore e questa possibilità. Ho iniziato nel turismo, per passione, per istinto… e poi un giorno qualcuno mi ha detto “vieni a dirigere questa azienda?” e io un pò stanca, un pò zingara nell’anima, ho detto si. E per undici anni della mia vita ho avuto modo di capire cosa volesse dire essere un manager. Cosa volesse dire avere a che fare con istituzioni, ministeri, pubblica amministrazione, e tanta, tanta, tanta gente. Nel periodo di picco della attività di cui ero Direttore Generale prima e Amministratore Delegato poi, siamo arrivati ad avere 3500 dipendenti. E gestire tanta gente se non ti fa diventare scemo, senza dubbio, ti fortifica… E ti cambia la vita. Perché impari a guardare ben oltre un viso o un gesto. Impari a leggere oltre ogni riga scritta. Perché se vuoi andare avanti, altra strada non c’è. E oggi posso dire che senza quegli anni, probabilmente non ci sarebbe l’Enrica di oggi, e non ci sarebbe probabilmente Maavi. Ma posso anche dirvi senza ombra di dubbio che, nonostante i guadagni ottimi, non c’era giorno in cui non rimpiangevo il mio lavoro di agente di viaggio. Perché non esiste un lavoro che come questo, fa si che i tuoi siano giorni sempre diversi, che le emozioni riempiano i tuoi quaderni, che il mondo che puoi vedere ti costruisca un’anima unica e diversa da tutti gli altri. E questo non si dimentica mai.

Maavi nasce come la corsa di Forrest Gump, ho iniziato a correre per poi accorgermi di colpo che a correre con me erano in tanti. E, aldilà di simpatie ed antipatie personali, aldilà di superficiali giudizi, una sola cosa mi è stata chiara fin da subito: avevo il coraggio di osare. Avevo il coraggio di non perdere nemmeno un centimetro di quel percorso che, in un modo o nell’altro, avrebbe dovuto dare voce sonora ed ascoltata a tutti quelli che, come me, volevano correre. E non mi importava niente delle critiche, degli attacchi, dei giudizi gratuiti e superficiali… Negli anni di management avevo imparato a mie spese cosa volesse dire lasciarsi scivolare addosso le parole di gente che non ti conosce. Arrivi ad un punto che nemmeno le senti più…. e impari ad ascoltare solo quelli che hanno la voglia e l’interesse di conoscerti almeno, prima di parlare. E io mi sono trovata intorno una squadra pazzesca, di quelle che nemmeno volendole mettere insieme, riesci a farlo così bene. E quella squadra di ogni regione, fatta di gente un pò matta, un pò tosta, oggi è la squadra che costituisce il cuore pulsante di Maavi. E, l’unico motore che la anima, credetemi, è una sana e forte passione mischiata ad un incredibile ed inesauribile entusiasmo. Forse perché questo tipo di persone, come noi, alla fine, tra un sorriso ed un abbraccio, sanno trovare sempre il modo di andare avanti, cercare la luce di un faro, ed uscire dalle tempeste.

Sono stati 400 giorni durissimi, sono ancora giorni durissimi. Ma veramente credo che nei nostri ricordi del futuro, questo periodo lascerà un solco incolmabile. E delle volte mi chiedo se mai torneremo quello di prima. Nel bene e nel male. Perché se è vero che abbiamo visto distruggere le nostre aziende, se abbiamo conosciuto l’immobilità forzata, l’impotenza davanti ad un ineluttabile pandemia senza pietà, dall’altro lato tutti abbiamo di colpo ritrovato l’importanza di tante piccole cose. l’incredibile valore della libertà, il piacere dello scambio, il gusto dell’unione e della condivisione. Forse, in questo modo violento ed inaspettato, il destino in qualche modo ci ha comunque fatto uno strano regalo. Il tempo, il poter pensare, il valutare ed apprezzare tutto. E questo regalo è probabilmente inestimabile. E non credo che lo perderemo mai più.

Come ho fatto? non lo so. So che ci sono riuscita grazie a chi è stato al mio fianco, a chi ha creduto in me, a chi mi ha dato il suo tempo e la sua attenzione, a chi mi ha sostenuta quando anche io ho trovato solo lacrime in quelle famose tasche. Ci sono riuscita per quanti di voi la mattina mi hanno detto “grazie enrica per darci coraggio”, per quanti mi hanno scritto in privato sostenendomi, facendomi sentire la responsabilità di continuare quel cammino che ci dovrà vedere necessariamente oltre questi 400 giorni, in un mondo professionalmente nuovo. E di cui, per ognuno di voi , vogliamo essere protagonisti ed autori insieme.

Che cosa ci aspetta? Davvero non lo so. Quello che però so per certo, è che mai, come in questo periodo, la voglia e la fantasia di trovare soluzioni e proposte si sono risvegliate . E che mai come ora l’ascolto di ognuno di voi, l’aprire la mente e renderci conto di essere tanti e tanto forti quanto impauriti, ha fatto di noi un gruppo coeso e pieno di voglia di riscatto e di futuro. E quindi quello che sicuramente ci aspetta, è provare a costruire insieme qualcosa che ci dia soddisfazione ed attenzione, sempre d’ora in avanti. Perché sono certa che tutti noi, tutti quelli che hanno vissuto questi 400 giorni da agenti di viaggio, non ci faremo mai più disarmare da niente e da nessuno. E non smetteremo di essere protagonisti delle nostre aziende e del nostro futuro. Non smetteremo di pensare. Per non smettere di viaggiare mai più.

Quando giro per regioni, e vengo a conoscervi direttamente, ogni volta torno arricchita e piena di idee, e sempre, sempre, sempre, mi stupisco dell’entusiasmo e della forza che siete tutti pronti a darmi senza riserve. Si dice che la gratitudine non esiste.. Ebbene io non posso proprio dirlo. Anzi. Posso giurare con tutta me stessa che il popolo degli agenti di viaggio, sa essere generoso e grato, sa dire grazie a voce alta, sa rendere entusiasmo e forza, e ogni volta mi commuovo davanti a tanta speranza che trovo in giro tra di voi. Si, sicuramente siamo stati messi a durissima prova. Sicuramente siamo fortemente abbattuti, ma… ragazzi quanto amore avete ancora da mettere sul piatto del vostro lavoro. E ve lo dico io che lo incontro in ognuna delle vostre agenzie, negli abbracci, nei sorrisi che mi date… nel grazie che mi mettete sul tavolo e negli occhi pieni di gratitudine e partecipazione: siamo tutti uguali. Siamo gente che, in un modo o nell’altro, ne uscirà. E la promessa che continuo a farmi ed a fare a tutti, è sempre la stessa: dignità, ricostruzione, riorganizzazione e, soprattutto da oggi in poi sacrosanto rispetto per la nostra Categoria. Perché una cosa questi 400 giorni mi hanno insegnato: siamo gente che non molla mai. E meritiamo tutto quello che vogliamo prenderci!

400 giorni che ci hanno cambiato per sempre. 400 giorni che non dimenticheremo mai. Ma io voglio sperare che, un domani, potremo anche dire 400 giorni che hanno fatto di noi una Categoria unica e forte, che da quei 400 giorni ha portato a casa rispetto e voce in capitolo. E questo, credo sia il regalo più grande che possiamo fare a tutti noi.

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