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Havana.. una storia di rumba, sol y alma

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ho sempre dichiarato che se esiste un luogo che io considero come la mia seconda patria, quello è sicuramente Cuba…e per quanto potrete visitare nella Isla Grande, niente parla della sua anima come la Havana.

La prima volta ci misi piede quasi 30 anni fa.. e la trovai così distrutta e decadente eppure…. eppure fin da allora mi entrò nel cuore. Passeggiare nel Malecon, il lungomare, allora voleva dire trovarsi davanti ad una delle architetture coloniali più belle del mondo, che nemmeno lo stato di profonda decadenza in cui era, riusciva a renderla meno speciale… al tramonto la gente si sedeva lungo i bastioni di pietra, un pò di musica, qualche bottiglia di rum e così passavano le caldi notti cubane.

E la gente, ancora sotto i tributi dell’allora Unione Sovietica, era profondamente dignitosa e fiera.

Racconto sempre un aneddoto che mi ha segnato profondamente: una delle mie prime volte gironzolando per i mercatini della città vecchia, mi si avvicinò un bambinetto, 8 o 9 anni, chiedendomi se poteva aiutarmi a portare le borse degli acquisti. Ovviamente dissi si, e alla fine arrivammo in Plaza de la Catedral, dove c’è un bar bellissimo, El Patio, con un chiostro interno da perderci la testa. Ci sedemmo e io stupidamente chiesi “cosa bevi?” non pensando che il problema poteva essere ben altro che la sete, e lui, fingendo di guardare il menù, candidamente risposte “bevo….. un sandwich”. Io rendendomi conto che un sandwich per lui era qualcosa di raro, in un minuto feci in modo che avesse davanti un enorme sandwich con la sua bibita. Lui serio serio, mi guarda e poi mi dice: “mi presti il coltello?” io glielo diedi e lui, professionale, iniziò a fare tanti piccoli pezzi del sandwich, incartandoli un ad uno. Io, stupida, gli chiesi “Ismael, non hai fame?” —gli occhi con cui mi guardò, ancora oggi, mi raccontano il cuore di Cuba- “si, ma ho molti amici e quindi lo sto dividendo per loro” . Io ancora più stupita e forse anche un pò stupida risposi “bhe ma allora prendiamo altri panini…” . Si fermò dal suo lavoro di incartamento certosino e mi disse ” sei molto ricca tu?” ” assolutamente no” risposi “lavoro come tutti, ma posso comprare altri panini” . lui mi sorrise di un sorriso anziano… forse fuori luogo su quel viso di bambino.. un sorriso di chi sa tanto e soprattutto ha imparato già a vivere e mi disse ” bhe qui non si può comprare.. questa è Cuba amica mia, prima di tutto… devi imparare a condividere”….. Sono passati tanti anni, e ho visto poi in altri viaggi Ismael crescere e diventare un giovane medico… ma raramente nella vita ho avuto un insegnamento più diretto e più violento nella sua assoluta semplicità… e in quelle parole ho capito negli anni che sta il cuore di questo incredibile paese. Dove condividere non è una scelta, è il modo di sopravvivere…

Negli anni ho visto la città cambiare, diventare bellissima, con i suoi palazzi ed i suoi colori, ho visto fiorire la Habana Vieja, un vero gioiello, tenuta in perfetto ordine, pulita, sempre più curata… ho visto nascere botteghe di piccoli commercianti, piccoli bistrot, angoli in cui bere un caffè o gustare un mojito e sentire che il tempo non ti è nemico… e ho visto le cadenti macchine d’epoca essere ristrutturate e diventare veri gioielli che circolano per la città nei loro colori sgargianti, portando scie di colore dove il colore è nell’anima stessa della gente.

Sono molti gli angoli della città che io amo particolarmente, il giardino dell’hotel National, il Malecon, Calle Obispo con la sua umanità colorata che si muove e cammina senza fretta ma comunque a tempo di musica… la facciata spettacolare dell’hotel Ambos Mundos, l’interno della Floridita, dove nacque per volere di Hemingway il Daiquiri, ancora oggi imperdibile nei miei viaggi.. ma ho nel cuore senza ombra di dubbio Plaza de Armas, nel cuore della città Vieja, con questo giardino al centro dove si tiene una sorta di mercatino di libri e dischi d’epoca la mattina, e dove credetemi, si trovano delle cose sui banchetti incredibili, mentre il pomeriggio, nella frescura degli alberi, la gente si siede per chiacchiere senza senso, fumando un sigaro o semplicemente guardando con occhi disincantati il fiume di turisti di ogni nazionalità ronzargli intorno… vicini ma distanti come non mai dalla loro realtà. E poi El Bosque, parco della città dove sembra di essere nel cuore della foresta tropicale, dove scorre il fiume e dove, se siete fortunati, è facile trovare qualcuno nelle cerimonie di santeria, la religione locale che si ricollega agli antichi riti degli schiavi africani. E al fiume affidano le loro offerte e le loro richieste.

L’havana è tante cose… è architettura, cultura, danza… ma anche prostituzione e furbizia anche se, ultimamente ho trovato una atmosfera decisamente ripulita rispetto a tanti anni fa. Dopo il dilagare di un turismo prettamente sessuale che ha caratterizzato gli anni 90 ed i primi del 2000, Castro decise di cambiare le carte in tavola, reprimendo totalmente questa tendenza, e i locali dove era impossibile non trovare donnine allegre alla ricerca del partner serale, sono stati chiusi. già da tre o quattro anni fa la sensazione di cambiamento si poteva avvertire fortemente. Poche donnine in giro, tante famiglie, una atmosfera per lo meno ordinata e non sguaiata come lo era diventata negli anni del boom del turismo sessuale.

Una delle cose imperdibili a la Havana sono i luoghi magici in cui si fa musica, e musica seria… El Cafè Cantante, la Casa de la Musica, sono solo alcuni dei nomi dove vi consiglio di andare. Dovete informarvi sulle serate operative, perchè ora non sono tante, ma le serate jazz, le serate di musica locale di altissimo livello sono veramente una emozione imperdibile. E il son cubano entra nel sangue credetemi… ci si trova a ballare anche senza volerlo, perchè è come sentire il racconto di storie di passione e di amore, che nel clima e nel luogo in cui sono nate, diventano musica. Pura magia.

Si può vivere l’Havana sia dormendo in Casa Particular, ovvero case con autorizzazione ad ospitare i turisti, una vera esperienza locale, dove avrete la vostra camera, la colazione preparata dai padroni di casa, e potrete respirare la vita locale a pieni polmoni. Ma io onestamente, avendo provato entrambe, dico anche che ci sono hotel in cui passare qualche giorno è davvero una esperienza fantastica, sia per la loro bellezza, che per le atmosfere che si respirano. Uno tra tutti è l’hotel Inglaterra, veramente strepitoso, davanti al Campidoglio, nel Parque Central, in posizione super strategica per girare la città, e per vivere atmosfere uniche. La sera, sul terrazzo dell’hotel, musica dal vivo, ballerini locali che incantano per movenze e per leggerezza, cocktail eccellenti, luci della città vecchia davanti a voi. Qualcosa che nessuna casa particular può offrirvi.

Una cosa fondamentale di un viaggio a Cuba, è proprio la programmazione con un professionista del settore. in Agenzia, io passo giornate a programmare itinerari a Cuba, perchè non è facile trovare il posto giusto, non è facile trovare auto.. mentre una attenta programmazione vi consentirà di vivere una esperienza indimenticabile, pur mettendo in conto mille imprevisti… perchè questa è Cuba. E se partirete pronti ed aspettandovi qualche improbabile avvenimento, ritardi, piuttosto che qualche variazione e questo non vi spaventa… preparatevi a fare uno dei viaggi più belli in assoluto. Perchè a Cuba non si visita un luogo, si visita un popolo, la sua anima, il suo modo di vedere la vita… e ricordatevi una cosa importantissima…. EN CUBA NO SE CAMINA….. SE BAILA!

Per chiudere, da questo articolo in poi, diamo il via all’angolo “momenti imperdibili” in cui vi segnalo quelli che secondo me sono attimi di vita da vivere quando si va in un certo luogo, dove per una ragione o per l’altra, si vive una emozione, un momento unico ed irripetibile. A l’Havana segnalo due cose, anche se ne potrei segnalare molte di più….

1- aperitivo al tramonto nel bar del giardino dell’Hotel Nacional. Fuori dal tempo, musica di sottofondo, Malecon con colori indimenticabili. Ci si lascia trasportare dall’atmosfera che potrebbe essere quella di un anno qualsiasi, dagli anni venti ad oggi. Imperdibile

2-ascoltare uno dei gruppi locali come Van Van, Isaac Delgado, Ng La banda suonare dal vivo…è qualcosa che non potrete fare a meno di sentire fino in fondo al cuore.. qui vi inserisco un pezzo che per me è Cuba… Un tipo como Yo di Isaac Delgado con Ng La Banda

Un tipo como yo .. Isaac Delgado y Ng La Banda

Posso solo dirvi che Cuba o si odia o si ama… io me ne innamorai quasi 30 anni fa, e ad oggi, non riesco a smettere di amarla.. e quando programmo un viaggio per qualche cliente, non posso fare a meno di far si che ne torni innamorato pure lei… Volete provarci?

Bandiera Cubana dell’Hotel Nacional

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